Stai affrontando una crisi coniugale e vuoi capire come funziona la separazione consensuale? In questa guida completa, rivolta a famiglie e privati di Catania e provincia, spieghiamo in modo chiaro cos’è la separazione consensuale, quali requisiti sono necessari, come si svolge la procedura (anche in via stragiudiziale) e quali vantaggi offre rispetto a una separazione giudiziale. Scoprirai inoltre perché è importante farsi assistere da un avvocato esperto in diritto di famiglia e come il nostro studio legale di Giarre (Catania) può aiutarti in questo percorso delicato.
Cos’è la separazione consensuale
La separazione consensuale è la procedura legale in cui i coniugi decidono di comune accordo tutte le condizioni della separazione – dall’affidamento dei figli all’assegnazione della casa coniugale, fino all’eventuale assegno di mantenimento – formalizzando tale accordo in un unico ricorso congiunto al tribunale. In altre parole, invece di avviare una causa contro l’altro coniuge (come avviene nella separazione giudiziale), marito e moglie collaborano per trovare soluzioni condivise su ogni aspetto della fine della convivenza matrimoniale.
L’accordo di separazione consensuale deve essere completo e dettagliato. Se sono presenti figli minorenni (o maggiorenni non economicamente autosufficienti), andranno stabiliti con chiarezza l’affidamento condiviso, il collocamento (dove risiederanno i figli), i tempi di visita e il contributo al mantenimento. Il tribunale controllerà che queste condizioni tutelino realmente il benessere dei figli, rifiutandosi di omologare l’accordo solo se lo reputa gravemente pregiudizievole per i minori. In assenza di figli o situazioni complesse, la procedura risulta ancor più snella, poiché il giudice dovrà semplicemente verificare che l’accordo rispetti la legge e confermare (omologare) la separazione.
Requisiti per la separazione consensuale
Per poter procedere con una separazione consensuale è necessario, prima di tutto, che entrambi i coniugi siano d’accordo nel voler vivere separati e abbiano raggiunto un’intesa su tutte le condizioni importanti. I principali requisiti e condizioni sono:
- Accordo completo tra i coniugi: marito e moglie devono concordare su ogni punto: divisione dei beni comuni, eventuale assegno di mantenimento al coniuge economicamente più debole, affidamento e mantenimento dei figli, gestione della casa coniugale, etc.. Se c’è disaccordo anche su un solo aspetto, la via consensuale potrebbe non essere praticabile e si dovrà ricorrere al giudice in sede di separazione giudiziale.
- Assenza di conflitto e volontà di cooperare: la separazione consensuale richiede dialogo e collaborazione. È fondamentale che entrambi agiscano in buona fede e con trasparenza, mettendo da parte conflitti personali per raggiungere un accordo equo.
- Tutela dei figli minori o non autonomi: la legge impone particolare attenzione all’interesse dei figli. In presenza di figli minorenni (o maggiorenni portatori di handicap o non autosufficienti), l’accordo deve prevedere misure adeguate per la loro tutela (affidamento condiviso, tempi di permanenza con ciascun genitore, mantenimento mensile, spese straordinarie, ecc.). Il tribunale o il pubblico ministero controllerà sempre che queste condizioni siano rispettose dei diritti dei figli.
- Omologazione o validazione legale: anche se consensuale, l’accordo deve passare al vaglio dell’autorità competente per diventare efficace. Nel ricorso congiunto in tribunale, sarà il giudice a esaminare e omologare l’accordo. In procedure stragiudiziali (che vedremo a breve), interviene comunque un controllo di legalità, ad esempio da parte della Procura della Repubblica.
Da notare che la separazione consensuale non scioglie immediatamente il matrimonio come farebbe un divorzio: è uno stato intermedio in cui cessano doveri come la convivenza e la fedeltà, ma rimane il vincolo coniugale. Solo dopo un certo periodo (attualmente 6 mesi dalla separazione consensuale omologata) sarà possibile richiedere il divorzio. Questo termine, introdotto dalla legge sul divorzio breve, è significativamente più breve rispetto ai 12 mesi richiesti dopo una separazione giudiziale – un ulteriore incentivo a perseguire una separazione amichevole quando possibile.
Procedura della separazione consensuale
Vediamo ora come procedere concretamente per ottenere una separazione consensuale. Esistono diverse modalità previste dalla normativa italiana, alcune tradizionali e altre più recenti, che consentono di formalizzare l’accordo di separazione in modo veloce e senza conflitti. Di seguito esaminiamo le tre principali opzioni: il ricorso congiunto in tribunale, l’accordo in Comune e la negoziazione assistita dagli avvocati.
Separazione consensuale in tribunale (ricorso congiunto)
La via più classica passa dal Tribunale competente (per i residenti a Giarre e provincia di Catania sarà il Tribunale di Catania). I coniugi, con l’aiuto dei loro legali, predispongono un ricorso congiunto contenente tutte le condizioni della separazione. Questo ricorso viene depositato in tribunale e viene fissata un’udienza di comparizione davanti al giudice.
All’udienza, i coniugi devono comparire personalmente (accompagnati dall’avvocato separazione consensuale di fiducia, che può essere uno solo per entrambi in caso di accordo completo, oppure uno per parte). Il giudice verifica la volontà di separarsi e la conformità degli accordi presentati. Se tutto è regolare e – soprattutto – se i patti rispettano l’interesse di eventuali figli minori, il giudice procede con l’omologazione dell’accordo di separazione. L’omologazione è il decreto che rende ufficiale la separazione consensuale con effetto legale.
La procedura in tribunale è relativamente snella e rapida in caso di accordo: spesso basta un’unica udienza. Dopo l’omologazione, lo stato civile dei coniugi viene aggiornato (nelle schede anagrafiche risulteranno “separati” anziché sposati). Da quel momento decorre anche il termine di legge per poter eventualmente richiedere il divorzio in futuro (6 mesi come detto sopra, in caso di consensuale).
Separazione in Comune con l’assistenza di un avvocato
Oggi è possibile evitare del tutto il tribunale sfruttando una procedura semplificata presso il Comune (Ufficio di Stato Civile), nota come separazione in Comune. Introdotta con il D.L. 132/2014 (conv. in L. 162/2014), questa modalità consente ai coniugi di comparire di fronte a un ufficiale di stato civile per concludere un accordo di separazione o divorzio. Si tratta di una soluzione molto rapida e burocraticamente semplice, ma richiede il rispetto di precisi requisiti di legge:
- Assenza di figli minorenni o non autosufficienti: la coppia non deve avere figli in comune minorenni, né figli maggiorenni incapaci, portatori di handicap grave o economicamente non autosufficienti. In pratica, la separazione in Comune è consentita solo se non ci sono prole da tutelare.
- Accordo completo su tutte le condizioni: i coniugi devono aver già raggiunto un’intesa su ogni aspetto personale e patrimoniale della separazione (ad esempio possono concordare un eventuale assegno di mantenimento per uno dei coniugi).
- Nessun trasferimento patrimoniale nell’accordo: la legge vieta che nell’atto redatto in Comune siano inseriti patti di trasferimento di beni mobili o immobili tra i coniugi. Ad esempio, non si può formalizzare in questa sede l’assegnazione della casa coniugale in proprietà o la divisione del conto corrente; tali accordi patrimoniali andranno semmai effettuati a parte (con atti notarili o accordi privati).
Se questi requisiti sono soddisfatti, la procedura in Comune si svolge così: i coniugi presentano una richiesta all’ufficiale di stato civile (presso il Comune di residenza di uno di essi, o dove è stato celebrato il matrimonio). L’ufficio fissa un appuntamento in cui marito e moglie sottoscrivono l’accordo di separazione davanti all’ufficiale. Successivamente, viene previsto un breve periodo di riflessione (almeno 30 giorni); trascorso tale termine, i coniugi devono tornare in Comune per confermare definitivamente la volontà di separarsi. A questo punto l’accordo viene registrato e la separazione acquista efficacia.
Nota: la presenza dell’avvocato in Comune non è obbligatoria per legge, ma è fortemente consigliata. Un legale esperto può aiutarvi a redigere un accordo equilibrato e conforme alla normativa, assicurandosi che non vengano trascurati dettagli importanti. Molti preferiscono dunque affrontare la separazione in Comune con l’assistenza di un avvocato di fiducia, per essere più sicuri durante tutto l’iter.
Negoziazione assistita: accordo davanti agli avvocati
Una terza opzione, introdotta anch’essa nel 2014, è la negoziazione assistita da avvocati. In pratica, invece di depositare subito un ricorso in tribunale, ciascun coniuge incarica un avvocato matrimonialista e si avvia un percorso di trattativa privata, ma legalmente riconosciuto, per definire un accordo di separazione stragiudiziale. Questa soluzione è ideale per chi vuole evitare del tutto l’udienza in tribunale, pur non rientrando nei requisiti della procedura in Comune (ad esempio, coppie con figli minori, oppure che desiderano regolare anche aspetti patrimoniali complessi).
Ecco come funziona la separazione consensuale tramite negoziazione assistita: ciascun coniuge firma con il proprio legale una “convenzione di negoziazione assistita”, impegnandosi a collaborare in buona fede per trovare un accordo amichevole. Gli avvocati, uno per parte, guideranno le trattative su tutte le condizioni della separazione, attraverso incontri e scambi di proposte. Una volta raggiunto l’accordo finale, questo viene messo per iscritto e sottoscritto da entrambi i coniugi e dagli avvocati. La firma degli avvocati serve ad attestare che l’accordo rispetta le norme imperative e l’ordine pubblico.
A questo punto, l’accordo viene trasmesso entro 10 giorni al Procuratore della Repubblica presso il tribunale competente per territorio. Se non ci sono figli minori, il P.M. emette un nulla osta (una sorta di visto) e l’accordo diventa efficace immediatamente. Se ci sono figli minori o non autosufficienti, il P.M. verifica che l’accordo non leda i loro interessi; se tutto è a posto, concede un’autorizzazione e dispone che l’accordo venga comunicato all’ufficiale di stato civile. In entrambi i casi, una volta ottenuto il nulla osta o l’autorizzazione, l’accordo di negoziazione assistita produce gli stessi effetti di un provvedimento giudiziale di separazione. Senza mai comparire in tribunale, i coniugi risultano legalmente separati (la data di separazione, ai fini legali, sarà quella della firma dell’accordo omologato dal P.M.).
La negoziazione assistita presenta quindi il vantaggio di evitare l’udienza in tribunale mantenendo però tutte le garanzie di legge. È una procedura rapida (in pochi settimane si può chiudere, se c’è collaborazione) e riservata, svolgendosi nello studio dell’avvocato anziché in aula. Va ricordato che per legge è necessario che ciascuna parte abbia il proprio avvocato durante la negoziazione: ciò assicura equilibrio e tutela per entrambi i coniugi nelle trattative. Anche per questo, è fondamentale affidarsi a professionisti esperti in separazioni e divorzi.
Separazione consensuale con figli: cosa cambia?
Molte coppie ci chiedono come gestire la separazione consensuale con figli minorenni. Come visto, la presenza di figli non impedisce affatto di separarsi in modo consensuale, ma richiede qualche attenzione in più:
- Innanzitutto, non è possibile utilizzare la procedura in Comune: per le coppie con figli minorenni (o maggiorenni non autosufficienti) le uniche strade sono il ricorso in tribunale oppure la negoziazione assistita con avvocati, proprio perché serve un controllo pubblico sull’accordo a tutela dei minori.
- L’accordo dovrà occuparsi in dettaglio di tutti gli aspetti legati ai figli: affidamento condiviso, residenza principale (collocamento presso uno dei genitori), tempi di permanenza o visita con l’altro genitore, assegno di mantenimento per contribuire alle spese ordinarie dei figli, suddivisione delle spese straordinarie (mediche, scolastiche, sportive, ecc.). È fondamentale essere precisi e prevenire possibili contrasti futuri. Ad esempio, conviene specificare cosa si intende per spese “straordinarie” e come vanno concordate, per evitare incomprensioni dopo la separazione.
- Il tribunale (nel ricorso congiunto) o il P.M. (nella negoziazione assistita) effettueranno un controllo rigoroso. Il giudice omologatore ha l’obbligo di verificare che l’accordo sia nell’esclusivo interesse dei figli. Se qualcosa non va – ad esempio un assegno di mantenimento troppo basso rispetto alle necessità, o una gestione dei tempi poco equilibrata – può chiedere integrazioni o modifiche, oppure rifiutare l’omologazione nei casi gravi.
- L’affidamento condiviso è la regola generale prevista dalla legge (entrambi i genitori continuano a esercitare la responsabilità genitoriale insieme). Solo in situazioni eccezionali si ricorre all’affidamento esclusivo a un solo genitore. Pertanto, nell’accordo consensuale si prevederà quasi sempre l’affido condiviso, con dettagli pratici su come gestire le decisioni importanti per i figli (scuola, salute, attività, vacanze, ecc.).
- Il mantenimento dei figli è dovuto anche con affido condiviso. L’accordo stabilirà un assegno mensile a carico del genitore non collocatario (quello con cui i figli non vivono stabilmente), calcolato in base al reddito di ciascuno e ai bisogni dei bambini. Nella prassi dei tribunali italiani, l’importo varia in media tra 250€ e 700€ al mese per figlio, a seconda delle circostanze. Oltre all’assegno fisso, andranno ripartite le spese “extra” (dentista, libri scolastici, sport…), di solito al 50% ciascuno salvo accordi diversi.
In sintesi, separarsi consensualmente con figli si può ed è spesso la scelta migliore per tutelare il loro equilibrio. È però cruciale costruire un accordo chiaro, completo e realmente centrato sui bisogni dei bambini. Un avvocato matrimonialista esperto potrà guidarvi in questo, suggerendo soluzioni pratiche (ad es. calendari di visita flessibili, meccanismi di aggiornamento dell’assegno col crescere dei figli, ecc.) e assicurandosi che il giudice non trovi motivi per respingere l’intesa raggiunta.
Vantaggi della separazione consensuale
Optare per una separazione consensuale comporta numerosi vantaggi rispetto a una separazione giudiziale (contenziosa). In particolare, i coniugi possono ottenere benefici in termini di tempo, costi e serenità familiare. Ecco i principali punti di forza di una separazione consensuale:
- Tempi decisamente più brevi: una separazione consensuale si conclude in pochi mesi o addirittura settimane, contro i procedimenti giudiziali che possono durare anni. Dal momento in cui l’accordo è raggiunto, le formalità (in tribunale, in Comune o via negoziazione) sono rapide. Ciò permette di voltare pagina più in fretta e, in prospettiva, di poter accedere prima al divorzio breve.
- Costi legali ridotti: accordarsi significa spesso risparmiare sulle spese legali. Si evita una lunga causa in tribunale, con molte udienze e perizie, e in alcuni casi i coniugi scelgono di farsi assistere da un unico avvocato (se la situazione lo consente) dividendo la parcella. Anche qualora ciascuno mantenga il proprio legale, il numero inferiore di atti e comparizioni si traduce comunque in onorari più contenuti rispetto a una lite giudiziaria prolungata.
- Maggiore controllo sulle condizioni: nella consensuale siete voi, come coppia, a decidere attivamente le condizioni della separazione, senza subire passivamente una sentenza imposta da un giudice. Avete la possibilità di modulare gli accordi in base alle vostre reali esigenze familiari (orari di visita, importo dell’assegno, suddivisione dei beni, etc.), trovando soluzioni su misura. In altre parole, potete personalizzare l’intesa in modo da renderla il più sostenibile e soddisfacente possibile per entrambi.
- Meno stress e impatto emotivo ridotto: scegliere la via consensuale significa evitare il clima di conflittualità e le tensioni di un’aula di tribunale. Questo ha effetti positivi sul benessere psicologico di entrambi i coniugi e, soprattutto, dei figli. Gestire una separazione in modo civile e rispettoso riduce l’ansia e il trauma familiare, ponendo le basi per una miglior collaborazione futura (ad esempio nella co-genitorialità). Le coppie che riescono a dialogare trovando un accordo riferiscono spesso di sentirsi sollevate per aver evitato “guerre legali” e di poter mantenere un rapporto più sereno dopo la separazione.
Perché farsi assistere da un avvocato nella separazione consensuale
Affrontare una separazione, anche se consensuale, senza un’adeguata assistenza legale è fortemente sconsigliato. Spesso si pensa che, essendoci accordo su tutto, l’avvocato sia superfluo: in realtà il ruolo del legale rimane fondamentale per tutelare i vostri diritti e prevenire problemi futuri. Vediamo perché:
- Un avvocato esperto in diritto di famiglia conosce le leggi e le procedure in dettaglio, assicurandosi che l’accordo rispetti tutti i requisiti di validità e non contenga clausole nulle o ambigue. Ad esempio, saprà consigliarvi come formulare correttamente le condizioni sull’affidamento dei figli o sull’uso della casa coniugale, per evitare contestazioni in fase di omologazione.
- Il legale ha esperienza nelle prassi locali dei tribunali (come quello di Catania) e può prevedere quali punti potrebbero insospettire un giudice o un P.M. Ad esempio, saprà se il Tribunale di Catania generalmente richiede certe formule standard negli accordi con figli, o quale range di assegno di mantenimento viene di solito approvato in casi simili. Questa competenza pratica aumenta le chance che l’accordo passi il vaglio senza intoppi.
- Anche se la coppia è in armonia, l’avvocato svolge un’importante funzione di garanzia e equilibrio. Ogni coniuge può essere certo che le proprie istanze vengono rappresentate correttamente e che l’accordo finale sia equo. Nel caso di negoziazione assistita, la presenza di un avvocato per parte è obbligatoria proprio per garantire questo equilibrio[17]. In caso di ricorso congiunto o accordo in Comune, è comunque prudente che almeno uno studio legale di fiducia riveda i termini concordati, per evitare sorprese sgradevoli in futuro.
- Un avvocato matrimonialista può aiutare a smorzare eventuali tensioni residue tra i coniugi, facendo da mediatore professionale. Se emergono piccoli dissidi durante la stesura dell’accordo, il legale saprà proporre compromessi e soluzioni creative, mantenendo il dialogo sul binario giusto. Questo facilita il raggiungimento di un accordo davvero condiviso, evitando che dissapori dell’ultimo minuto facciano naufragare la consensuale.
- Infine, il supporto di un avvocato vi mette al riparo da errori formali che potrebbero costare tempo e denaro. Dalla corretta compilazione dei moduli di ricorso, alla raccolta dei documenti necessari (certificati anagrafici, estratti di matrimonio, dichiarazioni dei redditi, ecc.), fino alle notifiche finali allo stato civile: un professionista si occuperà di tutto l’iter burocratico, consentendovi di affrontare la separazione con maggiore serenità.
In sintesi, l’assistenza legale è un investimento prezioso per chiunque intraprenda una separazione consensuale. Anche quando c’è accordo e buona volontà da entrambe le parti, il diritto di famiglia è un ambito complesso: avere al fianco un avvocato matrimonialista a Catania o un studio legale divorzista a Giarre vi assicura che ogni passo sia svolto a regola d’arte, mettendo al sicuro il vostro futuro e quello dei vostri figli.
Conclusioni – Hai bisogno di aiuto? Contatta il nostro studio legale
La separazione consensuale rappresenta senza dubbio la via più rapida, economica e meno dolorosa per porre fine a un matrimonio in crisi. Tuttavia, anche se “amichevole”, è un percorso che va affrontato con la giusta consulenza per evitare errori e tutelare al meglio i propri interessi. Se risiedi a Catania o in provincia (zona Giarre, Riposto, Acireale…), il Studio Legale Avv. Lucilla Trombetta può offrirti l’assistenza qualificata di cui hai bisogno.
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